La Juventus mastica amaro dopo il pareggio con il Genoa che ne rallenta la corsa: ecco uno dei problemi principali dei bianconeri di Allegri
Soltanto un pareggio, per la Juventus, nell’ultimo match di campionato contro il Genoa. A Marassi, i bianconeri non sono riusciti a conquistare l’intera posta in palio, fermati sull’1-1 pur essendo andati in vantaggio per primi con Chiesa su rigore. Nella ripresa, il pari di Gudmundsson, che ha regalato un punto prezioso ai liguri nella corsa salvezza e ha fermato lo slancio dei bianconeri verso la vetta della classifica.
Trentasette punti dopo 16 giornate rappresentano comunque un bottino ottimo per la Juventus, ma la sensazione è che per vincere lo scudetto si debba fare di più. Molti successi sono arrivati, in questa prima fase di stagione, sul filo di lana, contando su grande applicazione tattica e difensiva e come massima espressione del celebre ‘corto muso’ diventato ormai una espressione di riferimento iconica da parte di Allegri.
Il gioco non è particolarmente brillante e ci sono serate, come quella di Marassi, dove può non bastare segnare un solo gol e poi difenderlo strenuamente. Già con il Monza, la Juventus aveva rischiato di perdere due punti, riuscendo però a segnare il gol della vittoria dopo aver incassato il pari già in pieno recupero. A Genova, è vero, ci sono state anche polemiche arbitrali che hanno inciso sul match (il direttore di gara, Massa, è stato contestato per un fallo di mano di Bani in area e per una mancata espulsione di Malinovskyi per un brutto fallo), ma è innegabile che la Juventus ha dei limiti dal punto di vista tecnico.
Limiti che non possono passare sotto silenzio secondo il direttore di Telelombardia, Fabio Ravezzani che, in uno dei suoi consueti editoriali, ha inquadrato quello che forse è il problema principale della Juventus attuale: la sterilità offensiva.
“Non si sarebbe onesti a dire che la Juventus a Genova non ha vinto solo per colpa dell’arbitro – ha dichiarato il giornalista – C’è un problema chiarissimo, un attacco che non performa.Non è nemmeno un problema dell’allenatore e di disposizione tattica, nel secondo tempo a Genova ci sono state tante occasioni. Ma se uno come Vlahovic segna un gol ogni 175 minuti giocati e se Chiesa riesce ad andare a segno solo su rigore, non va. Il paragone con i gol segnati da Lautaro Martinez e Thuram è quasi umiliante”
L’analisi di Ravezzani si conclude con una riflessione sull’allenatore bianconero: “Allegri non racconta frottole quando dice che la Juventus non ha la struttura necessaria per contendere lo scudetto all’Inter”.
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